Roma 65
11-18 agosto, Bathore (Tirana)
Per cominciare…
Per raccontare al meglio l’esperienza di route che abbiamo vissuto quest’estate, ognuno di noi ha tenuto un diario di bordo in cui, alla fine di ogni giornata, ha riportatogli eventi appena conclusi, scrivendo considerazioni e riflessionipersonali, spesso accompagnate da parole rappresentative della giornatatrascorsa.
L’idea nasce dalla consapevolezza che ognuno di noi avrebbe vissuto l’esperienza in modo diverso dagli altri, concentrandosi ogni giornosu particolari unici, notando e ammirando aspetti della giornata differenti ma ugualmente significativi.
Volevamo, con questo, rendere giustizia ai pensierie alle sensazionidi tuttie lasciare che siano le voci di tutti noi ad accompagnare nella lettura di quella che è stata una delle esperienze più intense, più ricchee più gratificanti del nostro percorso come comunità di clan.
Il resoconto di ogni giorno sarà diviso in tre macroaree, le stesse su cui sono incentrati i nostri racconti personali: un’introduzione alla giornata mediante le parole emerse dalla riflessione dei singoli membri della comunità; un breve riassunto della giornata, completo delle attività svolte e dell’organizzazione interna; le considerazioni, i pensieri, le emozioni provate e trascritte nei diari e qui riportate sotto forma di citazioni letterali, allo scopo di presentare le più intime e incontaminate riflessioni di ognunodi noi.
Giorno 1, sabato 12 agosto
L’Albania è un paese bellissimo.
Bellissimo, ma di una bellezza trascurata, trasandata, come l’ombra di una giovinezza perduta.
Una bellezza triste, dimenticata, abbandonata.
La giornata di oggi è stata…
Stupore Gioia Amore Comunità Povertà
Empatia Ospitalità Domande Incertezze
Tristezza Cuori Sorrisi Bellezza Storia
Oggi inizia la nostra route di servizio!
Sveglia alle 9 per iniziare la giornata dopo il viaggio notturno da Roma a Tirana.
La giornata è cominciata con una bella colazione, poi la divisione in due gruppi: la pattuglia cambusa è rimasta a Bathore per fare rifornimento, mentre gli altri sono partiti dalla parrocchia per andare a visitare Kasalle, luogo in cui faremo servizio per i prossimi giorni.
Il gruppo di Kasalle ha visitato per la prima volta il posto, apprendendo la storia della comunità locale, da un lungo periodo di dittatura comunista ad oggi: come il regime abbia destrutturato il Paese e le sue tradizioni e come gli abitanti abbiano lottato per tenere viva la cultura e la fede che li caratterizzava.
Nel pomeriggio, subito dopo pranzo, è iniziata la nostra esperienza di lavoro vera e propria: ci siamo divisi in tre gruppi, per poter svolgere tutti i compiti che ci erano stati assegnati.
Un gruppo si è recato nuovamente a Kasalle, dove ha dato inizio ai lavori di riqualificazione della parrocchia; un gruppo è stato portato alla cattedrale di Tirana, dove ha aiutato a risistemare i giardini; l’ultimo gruppo ha accompagnato uno dei sacerdoti di Bathore, don Matteo, a consegnare pacchi di generi alimentari ad alcune famiglie bisognose.
Il gruppo di Kasalle ha lavorato con i bambini e i ragazzi del posto che, nonostante l’abbandono e lo sconforto, si sono dati da fare insieme a noi, accogliendoci a braccia aperte nel loro mondo e aiutandoci a realizzare la nostra opera. Oggi abbiamo scartavetrato il cancello e le inferriate, passato l’antiruggine, tolto il filo spinato, ripulito il prato dai rifiuti.
Il gruppo di Tirana ha sistemato i giardini e i garage della cattedrale, sradicando erbacce e piantando fiori, mettendo ordine e aiutando come potevano.
Il gruppo del giro pacchi, infine, ha visitato diverse famiglie, entrando nelle loro case, accolti come familiari, ascoltando le loro storie e portando loro sorrisi e amore, ricevendo il cambio ospitalità e un cuore pieno.
La giornata si è conclusa con una bella cena e un fuoco serale ricco di canti.
Qualche pensiero…
“Oggi è stato il giorno della scoperta. La scoperta dei luoghi che per una settimana saranno la nostra casa, la scoperta della storia del Paese che ci ospita, ma soprattutto la scoperta delle tradizioni e della cultura del posto”
“Mi sono sentito molto incuriosito da ciò che ci aspetta e ho grande voglia di mettermi in gioco e di fare servizio”
(Gruppo cattedrale di Tirana)
“È stato davvero bello vedere la voglia di fare e soprattutto di riscatto che avevano quei giovani; mi sono sembrate vite semplici e forse crude, ma la loro testa è a terra e i loro occhi verso il futuro”
(Gruppo Kasalle)
“Quello dei pacchi non è altro che un pretesto. La vera povertà qui, a volte, è quella umana, di relazioni, di aiuti, di legami veri e di cura, di ascolto. Dicevo pretesto perché quello che abbiamo cercato di portare e che cercano di portare quotidianamente i preti e le suore della diocesi non è altro che amore, che ascolto, una risposta al grido disperato che non sente nessuno”
(Gruppo giro pacchi)
“Sono rimasta colpita dalla loro profonda fede in Dio, è proprio la fede che gli dà forza per andare avanti”
(Gruppo giro pacchi)
“Siamo stati accolti come se fossimo dei parenti e, proprio come dei nonni, ci hanno raccontato storie di quanto loro avevano più o meno la nostra età. Senza saperlo ci hanno regalato qualcosa di stupendo”
(Gruppo giro pacchi)
“Sto cominciando a capire il senso di servizio e incrementando la mia voglia di stare in comunità, sperando di dissolvere i miei dubbi”
Giorno 2, domenica 13 agosto
“La speranza è libertà, libertà di dare valore”
La giornata di oggi è stata…
Speranza Testimonianza Fede Chiamata Minoranza
Dolore Brividi Repressione Tortura
Dittatura Insulto Libertà Amore Racconto
Questa mattina la sveglia è suonata presto.
Come prima cosa abbiamo preso parte alla Messa: ci siamo divisi in due gruppi, uno si è recato alla parrocchia di Kasalle, mentre l’altro è rimasto a Bathore.
Le Messe sono state particolari, dette in albanese, con brevi tratti tradotti in italiano giusto per noi.
È stato complicato da seguire, ma è stato molto bello vedere due comunità che, per quanto diverse, si incontrano insieme e si uniscono perché hanno qualcosa in comune, qualcosa di così profondo come la fede.
Dopo la Messa, ci siamo messi in viaggio per Skutari, una cittadina nel nord dell’Albania.
La prima tappa a Skutari è stata la cattedrale, dove ci è stata raccontata la storia dei martiri cattolici morti sotto il regime comunista: lì abbiamo iniziato a familiarizzare con la terribile storia di quel posto, leggendo i nomi di quegli uomini e di quella donna uccisi per la loro fede, osservando i loro volti nelle foto appese sul muro.
Finita la visita della cattedrale, abbiamo raggiunto il museo dov’è conservato il carcere nel quale i martiri e gli altri prigionieri del regime furono rinchiusi e torturati.
Prima di entrare nel museo vero e proprio, siamo stati accolti nel monastero delle clarisse, dove abbiamo incontrato le suore di clausura, custodi designate del carcere.
Lì abbiamo avuto il piacere di ascoltare le testimonianze delle suore, dalla vita sotto il regime alla scoperta della fede, da un cattolicesimo vissuto in segreto alla scelta di dedicare la vita a Dio.
Dopo esserci lasciati con il messaggio di una delle clarisse “Dio ci ha fatto per l’amore”, siamo finalmente entrati nelle carceri; la visita è stata intensa e cruda: siamo entrati nelle celle, abbiamo toccato con mano gli strumenti di tortura, abbiamo respirato l’aria opprimente di quella prigione e letto le storie dei martiri.
Usciti dal museo, ci siamo diretti verso la parrocchia di San Nicola, dove abbiamo conosciuto il parroco, don Nicolino, che ci ha raccontato la sua storia, dimostrandoci ancora una volta l’importanza dell’essere testimoni.
La giornata si è conclusa con una veglia alle stelle, tutti riuniti intorno al fuoco, sotto un cielo stellato da far venire i brividi.
Qualche pensiero…
“Giornata piena di emozioni e di tristezza, ma la parola più significativa era speranza, che non ha mai abbandonato i martiri che si sono sacrificati per il futuro della cristianità in Albania”
“Nel museo mi sono sentito impotente, disgustato, arrabbiato e triste per ciò che è successo ai prigionieri”
“È stato molto emozionante rivivere quei luoghi di tragedia dove molti hanno dato la loro vita per la fede e per Dio”
“In questo mix di turbamenti, mi ha colpito lo spirito di una suora clarissa albanese che, nonostante tutto, parlava di speranza e della grazia che le hanno dato i suoi cari e i suoi santi (come diceva lei) ad avere coraggio a insegnare la fede nonostante le fosse proibito dal regime”
“Oggi ho capito che quello che ci spinge ad andare avanti e che ci fa conoscere il mondo è l’essere testimoni, fare testimonianza attiva di quello che siamo, che abbiamo vissuto e che viviamo […] testimoni! Ho pensato e penso spesso in questo periodo a come in realtà tutta la vita sia testimonianza. Nell’ educare, nell’insegnare, anche solo nell’ ascoltare. Noi, come individui siamo testimoni di noi stessi e ci raccontiamo […] Nulla ha significato se non è condiviso, quantomeno raccontato”
“Non abbiate paura. Non è importante come si cade, ma come ci si rialza”
Giorno 3, lunedì 14 agosto
“No, non avere paura”
La giornata di oggi è stata…
Meraviglia Struggente Sudore Mancamenti Mozzafiato
Montagna Strada Comunità Amore
Condivisione Cura Paura Fiducia Resistenza
Silenzio Pace Meditazione Deserto
Coraggio Libertà Speranza Famiglia Casa
Oggi è stata una giornata piena.
La mattina, dopo la colazione, ci siamo messi in strada, accompagnati da don Nicolino, verso il luogo in cui avremmo cominciato la nostra camminata.
La montagna, il luogo dove ci si ritira per cercare la serenità.
All’arrivo una sola parola: libertà.
Aria pulita, paesaggi mozzafiato, natura incontaminata.
Mentre salivamo eravamo circondati da un paesaggio meraviglioso. Siamo partiti da 1600 metri per arrivare a 1800, fino a raggiungere il passo delle pecore.
Arrivati sulla cresta, don Nicolino ci ha fatto sperimentare un momento di pace interiore e serenità rimanendo in silenzio per qualche minuto: è stato un momento in cui siamo riusciti ad assaporare la bellezza e la semplicità della natura che ci circondava.
Dopo questa mattina di strada, una parentesi molto apprezzata durante la nostra route di servizio, ci siamo messi in viaggio per tornare a Bathore.
Il viaggio è stato lungo e pieno di imprevisti: dal traffico del rientro al furgone rottosi in mezzo alla strada a più di un’ora dall’arrivo.
Nonostante questo, verso le 17 siamo riusciti a rientrare in parrocchia e, finalmente, pranzare.
Le complicazioni del viaggio ci hanno impedito di lavorare nel pomeriggio, ma tra le attività previste per la giornata e la preparazione della cena, il tempo è volato e ci siamo ritrovati in un attimo a fare il fuoco.
Questa intensissima giornata si è conclusa con un’attività organizzata dai nostri capi: “No, non avere paura” suonava in sottofondo, non avere paura perché avremo sempre qualcuno vicino a noi pronto ad aiutarci e a sorreggerci quando ne avremo bisogno.
Qualche pensiero…
“Quando mi sono trovata in silenzio sulla cresta di quella montagna mi sono sentita fortunata e grata per essere lì in quel momento e avere l’opportunità di vivere questa esperienza con persone con cui condivido praticamente tutto e con le quali so di poter esprimere me stessa”
“Alla fine, si è dimostrato vero che la strada non è quella di chi è sicuro di riuscire, ma di chi, nonostante le difficoltà e le insicurezze, decide di provarci”
“Nonostante la pesantezza delle ore di viaggio, stare sul pulmino ed ammirare i paesaggi dell’Albania mi ha trasmesso una sensazione piacevole: di viaggio”
“La bellezza di questi luoghi mi ricorda che Dio c’è e non sono da solo”
Giorno 4, martedì 15 agosto
Comunità.
Comunità che supera le scogliere linguistiche e culturali.
Comunità che ti abbraccia e ti accoglie.
Comunità che si fondono.
Comunità che si creano.
La giornata di oggi è stata…
Comunità Lavoro Gioco Scoperta Caldo
Cooperazione Inclusione Pienezza Amicizia
Culture Servizio Fatica Gioia Diversità
Fratellanza Unione Incontro Amore
Oggi abbiamo festeggiato Ferragosto in comunità.
Alle 9 abbiamo preso parte alla Messa a Bathore per la giornata dedicata all’assunzione della Madonna in cielo: un’altra Messa in albanese, è stato meno faticoso della prima volta, forse piano piano ci stiamo abituando.
Dopo la Messa, siamo partiti per Kasalle, dove siamo rimasti per tutto il giorno.
Una volta lì, abbiamo ripreso i lavori da dove li avevamo lasciati: ripulendo il prato dalle erbacce e dai rifiuti, siamo arrivati all’ora di pranzo; abbiamo mangiato quello che avevamo preparato la mattina stessa e ci siamo svagati cantando e ballando.
Nel pomeriggio, sono arrivati ad aiutarci i ragazzi e i bambini del posto: insieme, abbiamo pitturato il cancello e le recinzioni, portato a termine la pulizia del prato e della strada.
È stata una manifestazione forte di comunità: tutti lavoravamo e si aiutavano, mentre allo stesso tempo ci si divertiva insieme.
I lavori, infatti, sono stati seguiti da una merenda tutti insieme e da giochi e balli: i più grandi giocavano con i più piccoli, suonando e imparando canti in albanese; le comunità si fondevano a formarne una, insegnando e imparando a vicenda balli tipici dell’altro gruppo.
Tornati a Bathore, abbiamo cenato in tavoli separati stabiliti dalla pattuglia servizio, momento che ci ha fatto nuovamente apprezzare la bellezza dello stare insieme, legandosi a tutti e creando una comunità più solida.
La giornata si è conclusa, come nostro solito, con un bel fuoco, animato dalla pattuglia attività e con l’inaspettata ed emozionare richiesta di una di noi di firmare la carta di clan.
Di questa giornata si può dire solo che “sono fioriti i fiori per la bellezza dell’amore che si respira qua tra di noi”.
Qualche pensiero…
“Oggi c’è stato un momento dopo pranzo in cui ho sperimentato veramente il significato di comunità. Cantare e ballare tutti insieme accompagnati da una semplice chitarra, suonata da un don fuori di testa, e sentirsi in quel momento come se non esistesse altro se non noi a divertirci tutti insieme”
“Oggi per me ha rappresentato la giornata più piena del motto la bellezza dello stare insieme. I bambini e i ragazzi della parrocchia sono stati fantastici. Mi hanno fatto riflettere su quanto siamo poco grati delle persone e delle cose che abbiamo”
“Per quanto è stato faticoso, mi è piaciuto tantissimo lavorare e fare servizio, oltre a conoscere i bambini e i ragazzi del luogo”
“Di oggi ho apprezzato i momenti di condivisione con i ragazzi di qui e rendersi utile lavorando alla chiesa”
“A differenza del primo incontro con i ragazzi di Kasalle, questa volta ho provato una sensazione di appagamento nell’aiutarli”
“È stato un incontro tra culture, tra ragazzi che vogliono solo divertirsi e fare la differenza. […] È stato bello sentirsi e rendersi utili”
“È stato come se all’improvviso tutti i problemi di lingua e di lontananza culturale si fossero annullati. Eravamo solo ragazzi con tanta voglia di divertirci e di scordare per un secondo tutti i problemi che quotidianamente siamo costretti ad affrontare”
Giorno 5, mercoledì 16 agosto
“Lo Spirito Santo è intelligente e fa sì che ci si capisca anche senza parlare la stessa lingua”
La giornata di oggi è stata…
Comunità Scelta Vita Coraggio Fiero
Commosso Rasserenato Ascolto Stupore
Paura Bellezza Ospitalità Storie Racconti
Questa mattina ci siamo nuovamente divisi in tre gruppi per portare a termine i servizi che avevamo cominciato: di nuovo, un gruppo a Kasalle, uno a Tirana e uno in giro tra le famiglie di Bathore a consegnare i pacchi contenenti generi alimentari.
Il gruppo di Kasalle ha completato i lavori iniziati all’esterno, montando la rete nuova a formare una recinzione, sempre lavorando, per l’ultima volta, fianco a fianco con i bambini della parrocchia; il gruppo di Tirana ha finito di sistemare i giardini, rimuovendo le erbacce e piantando gli ultimi fiori, e ha lavorato sulla pulizia dei lampioni che illuminano la cattedrale e la strada di fronte; infine, il gruppo del giro pacchi ha fatto visita a diverse famiglie, conoscendone le persone e ascoltandone le storie.
Ogni gruppo ha completato il lavoro iniziato nei giorni precedenti e ha salutato il luogo che ci ha ospitato per diversi giorni: il gruppo di Kasalle ha giocato per l’ultima volta con i bambini, li ha abbracciati e ringraziati, mentre il gruppo del giro pacchi ha vissuto un’esperienza di confronto e condivisione che ha lasciato il segno in ognuno di noi.
Nel pomeriggio, ci siamo spostati verso il lago di Boville dove, circondati da un paesaggio molto suggestivo, ha preso luogo la cerimonia della firma della carta di clan.
Tra emozioni forti, qualche lacrima e qualche risata, siamo tornati a Bathore, dove abbiamo concluso la giornata con il nostro fuoco di rito, durante il quale la pattuglia attività ha portato a termine la storia che ci ha accompagnati nell’ambientazione della nostra route.
Qualche pensiero…
“I loro occhi sono sempre accesi vedendoci e mentre raccontano le loro storie”
(Gruppo giro pacchi)
“Mi ha molto colpito la cortesia delle persone”
(Gruppo cattedrale di Tirana)
“Mi ha colpito particolarmente lo spirito di accoglienza e ospitalità di questo popolo, nonostante la loro povertà, quando hanno ospiti fanno di tutto per farti sentire a casa”
(Gruppo giro pacchi)
“Stamattina mi sono svegliata inconsapevole delle mille emozioni che avrei provato durante la giornata. […] È stata un’esperienza unica e, nonostante a Roma abbiamo partecipato a molti pranzi Caritas, qui è diverso. Ci siamo trovati catapultati nel loro mondo”
(Gruppo giro pacchi)
“Quello che ti viene da pensare è che sarebbe stato più facile lasciar perdere, decidere di non professare la propria fede, decidere di seppellirla fino a tempi migliori. Invece no, loro l’hanno custodita e curata, hanno acceso i ceri a festa, hanno mangiato e mentito, sono stati arrestati e perseguitati. Ma non hanno mollato.
E ora gli brillano gli occhi quando ti parlano del loro Dio. Si accendono quando il parroco dà loro la benedizione e porta loro il cibo in maniera così discreta da poter sembrare una foglia che cade sul manto inondato di un autunno piovoso. Ti accolgono, ti raccontano e si raccontano”
(Gruppo giro pacchi)
“Andando verso Boville ho rivisto la parte più spoglia di questi posti, quella lasciata a se stessa. […] Le persone sembrano più schive; la vita lì non deve essere facile. Questo tragitto mi ha dato la possibilità di immergermi ancora di più in questi posti per i quali sento ormai un certo fascino. Ovviamente non perché è bello pensarli squallidi, ma perché ne percepisco la verità, con punti di forza e tanti difetti”
“Assistere alla firma della carta di clan mi ha fatto interrogare sul mio percorso scout e più in generale su me stesso. Questo mi ha permesso di capire davvero cosa stessi facendo qui in Albania”
Giorno 6, giovedì 17 agosto
La stanchezza è pari solo alla voglia di andare avanti all’infinito
La giornata di oggi è stata…
Comunità Scelta Crescita Luce Amore
Vicinanza Amicizia Abbattimento Fiducia
Rispetto Partenza Famiglia Fiesta Preghiera
Preoccupazione Incontro Culture Condivisione
Oggi è stato l’ultimo giorno effettivo di route qui in Albania.
Dopo colazione siamo partiti per passare la prima metà della giornata a Tirana, dove abbiamo visitato una chiesa ortodossa e la cattedrale.
Tirana è diversa rispetto a ciò che abbiamo visto e vissuto fino a ieri. Ci è stato detto, infatti, che è una città “staccata” dal resto dell’Albania, una capitale occidentale, priva della realtà dura e cruda che abbiamo conosciuto in questi giorni.
Alla cattedrale siamo stati accolti dall’arcivescovo, don Arjan, che ci ha raccontato la sua storia, dall’emigrazione in Italia, all’avvicinamento al cattolicesimo, alla nomina ricevuta recentemente.
Ci siamo fermati a mangiare nei giardini della cattedrale con un pranzo, tipico del posto, che ci è stato gentilmente offerto (l’ospitalità degli albanesi è incredibile!)
Nel pomeriggio siamo rientrati a Bathore, dove i partenti del clan hanno proposto un’emozionante ed intensa attività, durante la quale due di loro hanno chiesto di prendere la partenza.
Dopo l’attività, ci siamo preparati per la fiesta: abbiamo cucinato e attrezzato una tavolata immensa, pronti ad accogliere i ragazzi di Kasalle che, per una settimana, hanno condiviso la strada con noi.
Abbiamo mangiato, parlato (abbattendo e superando le barriere linguistiche), ballato, cantato e siamo stati insieme.
Per salutarci (e ringraziarci), i ragazzi di Kasalle e Bathore ci hanno regalato una bandiera albanese con delle dediche commuoventi.
La serata si è conclusa con la preparazione per il rientro: finita la fiesta è iniziato il lavoro di pulizia, chiusura zaini e saluti.
Verso le 2 ci siamo avviati verso l’aeroporto dove, stanchi ma felici, abbiamo preso l’aereo per tornare a Roma.
Qualche pensiero…
“Tutte queste testimonianze sono doni, pezzi di vita che ci vengono regalati”
(Sulla testimonianza di don Arjan)
“L’importante è il guidare la propria canoa. Ed è bello farlo accompagnati da altri, come lo è stato essere in route insieme. Questo è stato il segreto: testimoniare vivendo la propria vita e la propria individualità con gli altri, in maniera collettiva. Ed è bello farlo accompagnati da Dio”
(Sull’attività proposta dai partenti)
“La fiesta è stata uno dei miei momenti preferiti della route perché mi sono sentito come in una grande famiglia con tutti i ragazzi del posto”
“È stato bellissimo e nonostante le barriere di linguaggio siamo riusciti a socializzare e comunicare bene”
(Sulla fiesta che ha mischiato la nostra comunità a quella di Bathore e Kasalle)
“In quel momento siamo riusciti a dimostrare che non c’è bisogno di parlare la stessa lingua per capirsi e imparare a convivere insieme”
(Sulla fiesta)
“Spero di aver lasciato qualcosa a loro come loro hanno fatto con me”
Rientro a Roma, giorno 7, venerdì 18 agosto
La nostra route è giunta al termine: siamo arrivati a Roma stamattina presto e dall’aeroporto ci siamo diretti subito in parrocchia, dove abbiamo tirato le somme con la verifica e ci siamo lasciati con un ultimo pranzo insieme.
Subito prima di andare via, un’altra di noi ha chiesto la partenza.
Su queste note finali ci siamo salutati, con il cuore più pieno di quando siamo partiti.
Considerazioni finali
Imperfettamente perfetto
La route è stata…
“Tanti pensieri, tante emozioni, tanti volti. Tanta sofferenza, tanto dolore, tante storie nascoste dalla dittatura e dall’ignoranza. Tanta voglia di riscatto, tanta voglia di sporcarsi le mani. Tanti bambini a cui abbiamo portato un sorriso, una partita a calcio, una chitarra, una macchina fotografica, un momento solo per loro. Tanta povertà; i primi siamo stati noi, ci siamo fatti poveri per gli altri, lasciando tante cose a Roma e inginocchiandoci al servizio degli altri. Tanti rover e tante scolte che sono una comunità piena di sfumature che continueranno a mettere in gioco”
“Vivere la povertà così a trecentosessanta gradi non è un’esperienza facilmente ripetibile. La speranza delle persone invece ti dà una forza difficile da spiegare a parole. Sono grato di aver passato tutto questo con il mio clan”
“Questa route è stata tutto ciò che avevo sognato e di più. È stata l’esperienza più ricca e profonda della mia vita. È stata dolore e sudore. È stata gioia e lacrime. È stata fede e servizio. […] La vita che si intreccia e si scontra con la realtà. Tanto dolore e tanta sofferenza, ma anche tanta fede. E questo ti sveglia dal tuo
torpore dogmatico. Ti sveglia e ti ricorda che la fede è viva. Che la fede è in tutto e in tutti quelli che incontri lungo la strada. […] E poi il servizio. Il servizio che ti svuota il corpo e ti riempie l’anima. Il servizio che ti scalda il cuore e ti dà molto di più di quanto ti saresti mai immaginato. […] Questa route è stata un’esperienza di fatica e di soddisfazione. Di amore e comprensione. Di consapevolezza e scelta”
Mentre vivete le vostre vite tenere, cercate di fare qualcosa di buono che possa rimanere dopo di voi…
E ricordate che essere buoni è qualche cosa, ma che fare del bene è molto di più (B.P.)